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Serbia

bandiera Serbia La Repubblica di Serbia è situata nella penisola balcanica in Europa sud-orientale, e confina con Ungheria a nord, Romania e Bulgaria ad est, Macedonia e Albania a sud, e Bosnia-Erzegovina, Croazia e Montenegro a ovest. Il territorio è vario e comprende a nord le pianure più fertili, a est, alture calcaree e bacini, a sud-est montagne e colline.

La sua provincia meridionale del Kosovo-Metohija ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza il 17 febbraio 2008, ed è stata al momento riconosciuta da 60 stati, ma non dalle Nazioni Unite.

Serbia

Divisione amministrativa

La Serbia è suddivisa in 29 distretti (okrug), a cui va aggiunta la città di Belgrado.
    I precedenti cinque distretti del Kosovo sono stati sostituiti da sette distretti costituiti dall'Amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite.
  • La provincia di Vojvodina contiene 7 distretti: Subotici, Zrenjaninu, Kikindi, Pančevu, Somboru, Novom Sadu, Sremskoj Mitrovici.
  • La Serbia centrale contiene i distretti di Beograd, Niš, Kragujevac, Čačak, Leskovac, Smederevo, Valjevo, Kraljevo, Kruševac, Užice, Vranje, Šabac, Novi Pazar.

In breve

Area: 88.361 km² -- Popolazione: circa 7.5 milioni di abitanti -- Densità: abitanti per km² -- Governo: repubblica -- Capitale: Belgrado -- Lingua: serbo, albanese -- Religione: cristiana ortodossa 65%, musulmana 19% -- Moneta: dinaro serbo (RSD) -- Prefisso telefonico: dall'Italia 00381 -- Prefisso telefonico: per l'Italia 0039 -- Fuso orario: UTC+1 (stessa ora dell'Italia) -- Sigla Automobilistica: SRB -- Suffisso internet: .rs -- Membro di: ONU

Link Utili

Ambasciata italiana in Belgrado | Sito della Farnesina per Serbia | Sito dell'ICE per Serbia | Numeri Utili: Polizia 92, Vigili del fuoco 93, Pronto soccorso 94 -- Vademecum per il Turista Italiano: passaporto o carta di identità valida per l'espatrio (per soggiorno non superiore a 90 giorni).

Il Clima

Nel nord del Paese il clima è continentale, con inverni freddi, estati calde e umide, e piovosità distribuita nell'arco dell'anno; nella zona centrale il clima è continentale e i parte mediterraneo; nel sud l'estate e l'autunno sono caldi e asciutti, l'inverno è relativamente freddo con forti nevicate nell'entroterra.

Città e Luoghi d'Interesse

    Belgrado, la capitale, è anche la città maggiore con 1.6 milioni di abitanti nell'area metropolitana; altre città importanti sono Pancevo, Novi Pazar, Uzice, Novi Sad, Subotica, Bor, Niš.

Siti UNESCO Patrimonio dell'Umanità

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  • Stari Ras e Sopoćani, presso Novi Pazar, nel distretto di Raška: alla periferia di Stari Ras, rima capitale della Serbia, sorge un vasto complesso di fortezze medievali, chiese e monasteri, tra cui Il monastero di Sopocani, bell'esempio dei contatti tra la civiltà occidentale e il mondo bizantino.
  • Il Monastero di Studenica, nel comune di Kraljevo, distretto di Raška; istituito alla fine del XII secolo da Stevan Nemanja, fondatore dello stato serbo medievale, poco dopo la sua abdicazione, è il più grande e ricco tra i monasteri serbo-ortodossi, e include la Chiesa della Vergine e la Chiesa dei Re, entrambe costruite in marmo bianco, che preservano inestimabili collezioni di pittura bizantina dei secoli XIII e XIV.

La storia

La storia antica - Nel Neolitico, tra il VII e il III millennio a.C. la Serbia era abitata dalle culture Vinča e Starčevo come documentano vari siti archeologici tra cui Vir Lepenski. Nel IV secolo a.C. l'impero di Alessandro Magno si spinse a nord fino alla città di Kale-Krševica. Nel III secolo a.C. la tribù celtica degli Scordisci si insediò nel Paese costruendo fortezze come Kalemegdan e Singidunum, corrispondente all'odierna Belgrado. Prima della conquista romana, avvenuta nel primo secolo a.C., il Paese era abitato da popoli paleo-balcanici - Traci, Daci, Illiri. La Serbia odierna si estende in tutto o in parte, su varie province romane quali la Mesia, Pannonia, Praevalitana, Dalmazia, Dacia e Macedonia. La città di Sirmio fu una delle capitali dell'Impero romano durante la tetrarchia, e ben 17 imperatori romani nacquero in Serbia, tra cui Costantino.

Il Medioevo - Lo Stato serbo iniziò con l'insediamento dei Serbi Bianchi nei Balcani sotto la guida di un arconte inviato a difendere le frontiere bizantine contro l'invasione degli Avari. Come ricompensa l'imperatore Eraclio concesse ai serbi un dominio permanente nei Balcani occidentali. Nel 750 un pronipote dell'arconte, il Principe Višeslav, unificò vari territori nel ducato di Raška, inizialmente vassallo dell'impero bizantino, che nell'850 d.C. diede origine al regno serbo sotto Vlastimir. la prima dinastia si estinse nel 960, e le successive guerre di successione per il trono portarono all'incorporazione nell'impero bizantino nel 971. Nel 1040 d.C. esplose una rivolta contro il dominio bizantino nello stato di Duklja, che nel 1077 diede origine al primo regno serbo Unito.

Nel 1170 d.C. Stefan Nemanja fondò la dinastia Nemanjić, e suo figlio fu canonizzato come San Sava diventando patrono della Chiesa ortodossa serba, fondata nel 1219. Sotto re Milutin e suo figlio Stefan Dusan (1331-1355) i domini della Serbia si allargarono fino ad includere parti della vicina Macedonia. Alla morte di Stefan, tuttavia, il potere serbo cominciò a declinare e nella battaglia del Kosovo (28 Giugno 1389), i serbi furono sconfitti dai turchi. In seguito, con la battaglia di Smederevo nel 1459, l'impero ottomano acquisì il controllo completo su tutta la Serbia, mantenendolo per quasi 370 anni, durante i quali la Chiesa Ortodossa Serba riuscì a preservare l'identità nazionale.

Il Secolo XIX - Il movimento per l'indipendenza ebbe sotto la guida dei patrioti Karadjordje Petrovic (1804-1813) e Milos Obrenovic (1815-1817), fondatori di due dinastie rivali; dopo la guerra russo-turca del 1828-1829 la Serbia divenne un principato riconosciuto a livello internazionale sotto la sovranità turca. La Serbia ottenne formalmente l'indipendenza nel 1878 con Congresso di Berlino, in gran parte grazie al sostegno della Russia. In seguito all'annessione della Bosnia nell'Impero austro-ungarico, la Serbia si mise a capo della Lega Balcanica, una coalizione di montenegrini, bulgari e greci, che nel 1913 occupò i territori europei ancora sotto controllo ottomano.

Il Secolo XX - Il 28 giugno 1914 l'assassinio dell'arciduca austriaco Francesco Ferdinando a Sarajevo da parte di un serbo bosniaco, Gavrilo Princip, scatenò la Prima guerra mondiale, durante la quale forze austro-ungariche e bulgare occuparono la Serbia. Alla fine della guerra nel 1918 e in seguito al crollo dell'Austria-Ungheria la Vojvodina e il Montenegro assieme ad altri territori slavi degli Asburgo confluirono nel Regno di Serbia, Croazia e Slovenia, che nel 1929 adottò il nome di Jugoslavia. I conflitti interni tuttavia spinsero il re Alessandro I a dividere le tradizionali regioni in nove province amministrative. Durante la seconda guerra mondiale, le potenze dell'Asse occuparono la Jugoslavia. I serbi dell'esercito reale, che si facevano chiamare cetnici, diedero inizio a un movimento di resistenza, ma i partigiani comunisti, con l'aiuto dei sovietici, debellò i cetnici e respinse l'esercito tedesco dalla Jugoslavia nel 1944. Negli anni del dopoguerra la Bosnia-Erzegovina, Macedonia e Montenegro divennero repubbliche separate di pari dignità alla Serbia nella nuova Federazione Socialista di Jugoslavia, mentre il Kosovo e la Voivodina divenivano province autonome.

Nonostante l'apparenza di un sistema di governo federale, i comunisti Serbi dominarono la vita politica della Jugoslavia nei successivi quattro decenni con Josip Broz Tito, che nel 1948, dopo aver preso importanti decisioni di politica estera senza consultare Mosca, causò l'espulsione della Jugoslavia dal blocco sovietico; la frattura con Mosca permise a Tito di accettare gli aiuti del Piano Marshall e mettersi alla guida del Movimento dei Paesi Non Allineati.

Dissoluzione della Jugoslavia - Il regime comunista iniziò la trasformazione della Serbia da società agraria in società industriale, ma nel 1980, con l'economia che iniziava a mostrare segni di crisi e la morte di Tito, esplosero le tensioni separatiste. Alla fine degli anni Ottanta Slobodan Milosevic salì al potere sfruttando il nazionalismo serbo contro il Kosovo; vennero licenziati tutti i dipendenti statali di etnia albanese, i cui posti vennero assegnati ai serbi, il che diede origine nel Kosovo ad un movimento di resistenza che istituì un governo parallelo.

Tra il 1991 e il 1992 Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia uscirono dalla Jugoslavia. Il 27 aprile 1992 a Belgrado Serbia e Montenegro promulgarono la Costituzione della Repubblica Federale di Jugoslavia (RFI). Nel 1997 il Kosovo, non riuscendo ad ottenere risultati con il movimento di resistenza pacifica, diede inizio alla resistenza armata con l'Esercito di liberazione del Kosovo (UÇK, Ushtria Çlirimtare e Kosovës).

Alla fine del 1998, Milosevic scatenò una brutale campagna militare contro i separatisti, commettendo atrocità anche contro i civili non combattenti: i cittadini di etnia albanese vennero cacciati dalle loro case nel Kosovo o uccisi. Questi atti gravissimi portarono all'intervento delle forze NATO nel marzo 1999, e il Consiglio di sicurezza dell'ONU con la risoluzione 1244 del 10 giugno 1999 autorizzò l'intervento civile e militare in Kosovo sotto l'egida dell'ONU. Dopo la capitolazione di Milosevic, nel marzo 2002 i capi dei vari governi hanno firmarono l'Accordo di Belgrado, fissando i parametri per una ridefinizione del rapporto di Serbia e Montenegro all'interno di uno stato comune e il 4 febbraio 2003 il Parlamento ratificò la nuova Costituzione, che istituiva una nuova unione e la modifica del nome da Jugoslavia a "Serbia e Montenegro".

La Repubblica del Montenegro, in seguito ad una consultazione referendaria, dichiarò di indipendenza il 3 giugno 2006. Successivamente, il Parlamento Serbo procedette al cambiamento del nome in Repubblica di Serbia, mantenendo per continuità l'adesione a tutte le organizzazioni e organismi internazionali di cui era parte la ex-Jugoslavia. Il 17 febbraio 2008 il Kosovo dichiarava la propria indipendenza, riconosciuta dagli Stati Uniti il giorno successivo e da altre 64 nazioni entro il gennaio 2010. La Serbia respingendo l'indipendenza del Kosovo, ha dichiarato la propria intenzione di perseguire tutte i mezzi pacifici e diplomatici per mantenere il Kosovo ed ha presentato ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia per verificare la legittimità della dichiarazione di indipendenza del Kosovo, ricorso di cui si attende l'esito.