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Repubblica Dominicana

bandiera Repubblica DominicanaSecondo Paese dei Caraibi (dopo Cuba) per superficie, popolazione ed economia, la Repubblica Dominicana occupa i due terzi dell'Isola di Hispaniola nell'arcipelago delle Grandi Antille (la restante parte occidentale dell'isola è occupata da Haiti).
Abitata dal popolo Arawak dei Taíno fin dal settimo secolo a.C., per gli europei l'isola fu scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492 e divenne il primo insediamento europeo in America col nome di Santo Domingo e la prima capitale della Spagna nel Nuovo Mondo.

Repubblica Dominicana

Divisione amministrativa

La Repubblica Dominicana comprende un Distrito Nacional ("D.N." nella mappa) in cui è situata la capitale Santo Domingo, mentre il resto del Paese è diviso in 31 "provincias" (numerate nella mappa):

Azua (1), Baoruco (2), Barahona (3), Dajabón (4), Duarte (5), Elías Piña (6), El Seibo (7), Espaillat (8), Hato Mayor (9), Hermanas Mirabal (10), Independencia (11), La Altagracia (12), La Romana (13), La Vega (14), María Trinidad Sánchez (15), Monseñor Nouel (16), Monte Cristi (17), Monte Plata (18), Pedernales (19), Peravia (20), Puerto Plata (21), Samaná (22), Sánchez Ramírez (23), San Cristóbal (24), San José de Ocoa (25), San Juan (26), San Pedro de Macorís (27), Santiago (28), Santiago Rodríguez (29), Santo Domingo (30), Valverde (31)

In breve

Area: 48.442 km² -- Popolazione: circa 10 milioni di abitanti (nel 2012) -- Densità: 193 abitanti per km² -- Governo: repubblica presidenziale -- Capitale: Santo Domingo -- Lingua: spagnolo -- Religione: cattolica (95%) -- Moneta: Peso dominicano (DOP) -- Prefisso telefonico: dall'Italia 001 809, 001 829, 001 849 -- Prefisso telefonico: per l'Italia 011 39 -- Fuso orario: UTC–4 -- Sigla Automobilistica: DO -- Suffisso internet: .do -- Membro di: ONU, OAS, CAFTA-RD, Grupo de Río, FAO

Link Utili

Ambasciata italiana nella Repubblica Dominicana | Camera di Commercio Dominico-Italiana -- Numeri Utili: Emergenza 911 -- Vademecum per il Turista Italiano: passaporto con validità residua di minimo sei mesi dalla data di ingresso nel Paese; verificare anche ulteriori informazioni sul Sito della Farnesina per Repubblica Dominicana

Territorio e Clima

la Repubblica Dominicana occupa i due terzi orientali dell'isola tropicale di Hispaniola, nell'arcipelago delle Antille,è delimitata dall'Atlantico a nord, il Mar dei Caraibi a sud, a est dal Canale de La Mona, che la separa da Porto Rico; ad ovest confina con la Repubblica di Haiti.

Il paesaggio è molto accidentato, quasi il 50% del territorio è occupato da cinque "sierras" e tre grandi catene. Vi si trova la montagna più alta dei Caraibi, Pico Duarte (3,187 m), e il maggior lago caraibico, il Lago Enriquillo, più basso del livello del mare. Il resto del paese comprende quattro valli, di cui la maggiore è la valle del Cibao. I sistemi montuosi sono disposti da nord-ovest a sud-est, il che influenza la direzione degli alisei e quindi la distribuzione delle precipitazioni, determinando microclimi diversi e contrastanti.

Tra le varie zone ecologiche, la più estesa è la foresta subtropicale umida. Il clima è tropicale, ed è influenzato da fattori geografici, quali la topografia e l'influenza degli alisei. La Repubblica Dominicana ha una temperatura media di 26 ° C e una elevata biodiversità.

Città e Luoghi d'Interesse

  • il Parco Nazionale Archeologico di Pueblo Viejo, nel comune di La Vega, ove venne costruita una fortezza in legno da Cristoforo Colombo nel 1495; le rovine che restano corrispondono alla terza ricostruzione. Chiamata Villa Concepcion, nel 1508 vi si coniava moneta e i primi mercanti commerciavano canna da zucchero. In questa località si elaborò il metodo costruttivo di fango e mattoni in America.
  • il Parco Nazionale Archeologico di La Isabela, in Puerto Plata, nella parte settentrionale dell'isola, primo centro urbano di stile europeo nel Nuovo Mondo, fondata da Cristoforo Colombo su una bellissima baia, tra scogliere, fiumi e una verde pianura e poi abbandonato nel 1497. Il porto alla foce del fiume Bajabonico è dominato da una montagna molto alta, e nei recinti coloniali si conserva la Casa dell'Ammiraglio, unica casa di Colombo in America, la Chiesa, di cui restano le fondazioni in pietra, e la Alhóndiga, una sorta di magazzino di strumenti, provviste e altri prodotti.
  • La Ruta de los Ingenios: percorso attraverso i monumenti della storia dominicana che permette di immaginare la vita dell'isola nel periodo coloniale; include i zuccherifici di Boca De Nigua, Nuestra Señora de Monte Alegre (o la Duquesa), Sanate, Diego Caballero ed Engombe e la grande dimora di Palavé Montecristi
  • Montecristi: l'insediamento fu utilizzato dal pirata (poi ammiraglio) inglese Sir Francis Drake per rifornire le sue navi e nasconderle alla flotta spagnola. Nelle acque litoranee, anche a scarsa profondità, giacciono i relitti di decine di galeoni spagnoli. Durante la grande crescita economica alla fine del XIX secolo vennero costruiti ampi viali e dimore vittoriane per ricchi residenti spagnoli, tedeschi, italiani e francesi. Tuttavia, l'attrazione principale della provincia di Montecristi è nelle sue risorse naturali che comprendono il Morro di Montecristi, un imponente altopiano con vista sull'Atlantico e i banchi coralliferi. Montecristi è anche la patria della bachata, un genere musicale caraibico basato sul suono di tamburi, calabash e chitarra, che ha dato origine all'omonima danza.
  • la città di Azúa de Compostela, il centro storico di Puerto Plata, la villa di Santiago a Jacagua
  • I parchi nazionali di Jaragua e del Este, che occupano assieme ad altre aree protette 9378 kmq, ospitano coccodrilli, lamantini e molte specie endemiche di fauna e flora autoctone; ogni anno lungo la costa di Samana, a nord-est dell'isola, arrivano le balene. Altre emergenze naturali sono il Lago Enriquillo, le grotte che conservano esemplari d'arte rupestre, l'isola di Saona, con splendide spiagge di sabbia bianca e le famose terme marine de La Romana, Bayahibe, Bavaro e Punta Cana.

Siti UNESCO Patrimonio dell'Umanità

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Città coloniale di Santo Domingo - La città venne fondata sei anni dopo la scoperta dell'isola nel 1492, e vi vennero edificate la prima cattedrale, il primo ospedale, la prima università e il primo ufficio doganale in America. Con ciò che restava della Santa Maria, Colombo costruì il forte della Navidad, che fu distrutto dagli indigeni. Allora fondò una nuova colonia più verso est, che chiamò La Isabela, lasciandola sotto il controllo del fratello Bartolomeo, che nel 1496 la abbandonò per fondare sulla costa meridionale, a sinistra del fiume Ozama, Nueva Isabela, ora Santo Domingo. L'insediamento, distrutto da un tifone nel 1502, venne ricostruito da Nicolas de Ovando utilizzando la pianta a griglia che divenne il modello delle città coloniali del Nuovo Mondo. La cattedrale, la più antica in America, fu costruita tra il 1514 e il 1542 ed è tra le meraviglie architettoniche della città: l'ingresso principale si trova accanto alla Plaza Colon, al centro della quale si erge un'enorme statua del navigatore, ed è decorata da vetri istoriati opera del pittore dominicano Jose Rincon Mora. La Fortezza Ozama e Torre Omaggio, imponente struttura in stile medievale, furono costruiti nel 1503, e sono l'avamposto militare più antico d'America.

L'Economia

In passato basata sulla produzione di zucchero di canna, l'economia è ormai dominata dai servizi. Tra i più gravi problemi sociali sono la disoccupazione, la carenza di energia elettrica, una forte disuguaglianza di reddito, e la migrazione internazionale con grande afflusso di migranti sia in entrata che in uscita. L'immigrazione haitiana è stimata a 800mila unità, e la grande diaspora di dominicani ha portato negli Stati Uniti circa 1.3 milioni di lavoratori, le cui rimesse alle famiglie rappresentano un decimo del PIL.

La storia

Il periodo aborigeno - Prima dell'arrivo degli europei, l'isola spagnola di Santo Domingo venne occupata nel corso di quattro periodi migratori da popolazioni provenienti dalla parte settentrionale del Sud America, in particolare dai bacini dei fiume Orinoco, Xingu e Tapajós, in Venezuela e Guyana; le migrazioni avvennero via mare di isola in isola dalle Piccole alle Grandi Antille.

Il primo gruppo di coloni, che raggiunse l'isola intorno al 3000 a.C., è chiamato arcaico (o Pre-Ceramico, perché non conoscevalo l'arte della ceramica) ed era costituito da raccoglitori, cacciatori e pescatori; non praticavano l'agricoltura e avevano una cultura materiale molto rudimentale, con strumenti fatti di conchiglie, ossa animali e pietre levigate. All'arrivo degli europei, gli Arcaici erano soltanto all'estremità occidentale della penisola di Tiburon in Haiti e nella parte occidentale di Cuba, dove erano chiamati "Guanahatabeyes". I Tainos li chiamavano siboney (o ciboney), che significa "uomo che vive tra le pietre o rocce".

La seconda ondata di migrazione, avvenuta intorno al 1000 a. C., corrisponde agli Arawak noti come "Igneri" gruppo etnico pre-colombiano di origine Arawak. Si presume che lo sviluppo della loro cultura fosse iniziato intorno al 1500 a.C. nell'area centrale dell'Orinoco, nell'entroterra venezuelano, da dove migrarono nelle Indie Occidentali su primitive imbarcazioni. Gli Igneri crearono la ceramica più elaborata di tutte le Antille; questo gruppo non si inoltrò nell'interno dell'isola e scomparve nella successiva ondata di migrazione.

Nel VII secolo d.C. i Tainos, popolo arawak che abitava l'area della foce dell'Orinoco, occuparono le Grandi Antille e le Bahamas, eliminando o assimilando i precedenti abitanti delle isole. Essi avevano sviluppato una cultura basata principalmente sulla produzione agricola, e un significativo artigianato di ceramica e legno; erano eccellenti scultori ed hanno lasciato manufatti cerimoniali di grande qualità artistica.

L'ultima ondata di migrazione fu quella dei Caraibici, che tuttavia non si erano ancora stabiliti a Porto Rico e Santo Domingo prima dell'arrivo degli spagnoli. Sembra che i Macorizes e Ciguayos che occupavano la Penisola di Samaná e nord dell'isola fossero gruppi Arawak diversi rispetto ai Tainos, ed erano estremamente bellicosi rispetto ai loro predecessori.

L'arrivo degli europei: Il Periodo della conquista - Cristoforo Colombo sbarcò sulla costa settentrionale dell'isola il 5 dicembre 1492, battezzandola Española. nel corso della successiva esplorazione della costa, la Santa Maria si incagliò su un banco di sabbia e con i resti della nave venne costruito il forte de La Navidad; Colombo tornò in Spagna, lasciandovi una guarnigione di 39 uomini sotto il comando di Diego de Arana.

Al suo ritorno nell'isola durante il secondo viaggio nel 1493, Colombo scoprì che il forte di La Navidad era stata attaccato e distrutto dagli indigeni guidati dal capo Caonabo. Allora costruì La Isabela, prima città europea nel Nuovo Mondo, e organizzò diverse spedizioni verso l'interno dell'isola, edificando presidi militari per il controllo della regione del Cibao.

Prima di tornare in Spagna, Colombo lasciò la colonia al fratello Bartolomeo Colombo, che il 4 agosto 1496 fondò la città di Santo Domingo, che divenne la capitale della colonia chiamata dagli spagnoli Capitaneria Generale di Santo Domingo, nome che gradualmente fu applicato all'intera isola. Così, il 27 febbraio 1844, quando i domenicani si separarono da Haiti, la nuova nazione scelse il nome di Repubblica Dominicana, in riconoscimento anche dell'Ordine dei monaci domenicani per il loro contributo alla difesa dei diritti umani degli indigeni e lo sviluppo dell'istruzione e della cultura giuridica nel Paese dopo l'arrivo degli europei.

In seguito disordini e rivolte spinsero la corona spagnola a inviare Francisco de Bobadilla, che ordinò l'arresto di Cristoforo Colombo e della sua famiglia. Gli successe al comando Nicolas de Ovando e poi il figlio dell'ammiraglio, Diego Colombo, tra il 1509 e il 1523. In quegli anni vennero fondate le prime istituzioni europee nel Nuovo Mondo, tra cui il primo vescovado (1504), il primo capitano generale, il primo Vicereame e la prima Corte Reale (1511), venne costruita la prima chiesa (Cappella del Rosario, 1496), l'Ospedale San Nicola (1503) e la prima cattedrale (1530). nel corso del Cinquecento La Española raggiunse una buona posizione economica e sociale, e da essa partivano le successive spedizioni di conquista. Ma dopo il consolidamento degli insediamenti sul continente sia nel Nord America che nel Sud America, l'isola perse ogni rilevanza e sprofondò nella povertà e nell'oblio.

Il Periodo coloniale - Circa l'80 - 90% della popolazione nativa scomparve nel primo secolo della conquista, a causa delle guerre, delle disumane condizioni di lavoro e delle epidemie. Così gli spagnoli cominciarono a importare un gran numero di schiavi africani per sostituire la manodopera nativa: tra il 1492 e il 1870 circa 30.000 africani vennero portati nell'attiale territorio dominicano. L'abolizione della schiavitù si ebbe solo nel 1822, durante l'occupazione di haitiana del territorio dominicano.

Fino alla conquista della Giamaica nel 1654 da parte dei corsari inglesi di William Penn e Robert Venables, gli spagnoli avevano il controllo permanente solo sulla zona sud-est dell'isola, trascurando una gran parte delle aree centrali e settentrionali, molto montagnose, in cui potevano rifugiarsi i Taino superstiti e gli schiavi fuggiti dalle piantagioni, il che determinò un notevole mescolamento tra indios, africani e europei. Tale mescolanza razziale, assieme al dominio sociale, culturale ed economico europeo, costituirà la base della identità nazionale dei dominicani. In base alle stime, nel 1777 la popolazione della colonia era di 400mila abitanti, di cui 100mila europei e creoli (=nati in America ma di origine europea), 60mila africani, 100mila meticci (=figli di un genitore "bianco" e uno nativo americano), 60.000 zambo (figli di un genitore africano e un nativo americano) e 100mila mulatti (=figli di un genitore bianco e uno africano).

Nel 1586, l'inglese Francis Drake approdò sull'isola saccheggiando la città di Santo Domingo. Tra il 1605 e il 1606 il re Filippo III di Spagna ordinò al governatore dell'isola Antonio de Osorio di spostare la popolazione della parte occidentale dell'isola La Española verso la vicina Santo Domingo. Tra le conseguenze vi fu una forte decadenza economica e l'inizio di insediamenti di bucanieri e filibustieri francesi provenienti dalla vicina isola di Tortuga. Nel 1640, l'ambasciatore francese Le Vasseur prese il controllo de La Tortuga e da lì i francesi cominciarono a penetrare nella parte occidentale di Hispaniola.

Con il Trattato di Ryswick del 1697 la Spagna cedette alla Francia la parte occidentale dell'isola, l'odierna Haiti. La parte orientale dell'isola, per distinguerna dalla colonia francese di Santo Domingo, venne chiamata Santo Domingo Español o Santo Domingo Oriental. Nel 1777 il Trattato di Aranjuez determinò i confini tra la parte francese e quella spagnola.

Secolo XIX: Il Dominio francese - Il 16 agosto 1791, una rivolta di schiavi nella colonia francese si estese rapidamente, ma fu repressa dalla Marina e dalle truppe francesi. Nel 1795, alla fine della Guerra del Rossiglione contro la Prima coalizione, la Francia rivoluzionaria con il trattato di Basilea obbligò la Spagna a rinunciare alla sua sovranità sull'isola, che quindi passò ai francesi. Nel 1801 ci fu una nuova insurrezione degli schiavi, sotto la guida di François Dominique Toussaint-Louverture (1743 - 1803) che avanzò nella parte orientale dell'isola e raggiunse la capitale, Santo Domingo.

Ma nel 1802 un esercito inviato da Napoleone catturò Louverture e lo mandò prigioniero in Francia, dove morì nel 1803, ma suo è il merito di aver posto le basi per l'eradicazione definitiva della schiavitù da Haiti e poi in tutto il mondo - alla sua partenza disse la famosa frase: "Al derrocarme, sólo se ha abatido el tronco del árbol de la libertad de los negros. Pero éste volverá a brotar de sus raíces, porque son muchas y muy profundas" (=nel rovesciare me, hanno colpito solo il tronco dell'albero della libertà dei neri. Ma questo tornerà a germogliare dalle radici, perché sono molte e profonde). I suoi luogotenenti e la febbre gialla riuscirono a cacciare i francesi da Haiti, ove il 1° gennaio 1804 Jean-Jacques Dessalines proclamava l'indipendenza; l'attuale Repubblica Dominicana invece restava sotto i francesi.

Nel 1808, dopo l'invasione napoleonica della Spagna, i creoli di Santo Domingo, guidati dal soldato Juan Sanchez Ramirez si ribellarono contro il dominio francese e con l'aiuto della Gran Bretagna (alleata della Spagna) e di Haiti, vinsero la battaglia detta di Palo Hincado. L'11 luglio 1809 i francesi capitolarono, le truppe britanniche occuparono la città di Santo Domingo, poi abbandonarono l'isola, che tornò nominalmente colonia della Spagna, ma praticamente fino al 1821 (periodo noto come España Boba = Spagna sciocca), si autogovernò senza quasi nessun intervento da parte della madrepatria.

La "Independencia Efímera" e l'occupazione haitiana - Il dominicano José Núñez de Cáceres, futuro scrittore e uomo politico, il 1° dicembre 1821 proclamò l'indipendenza della parte orientale dell'isola, col nome di Estado Independiente del Haití Español. L'indipendenza durò solo tre mesi, poiché il generale haitiano Jean Pierre Boyer estese il suo dominio su tutta l'isola. L'occupazione haitiana fu molto pesante per i dominicani: l'università venne chiusa, vennero imposti dazi e pesanti tributi, i giovani dai 16 ai 25 anni vennero reclutati nell'esercito per controllare il territorio, ma erano senza paga e cibo per cui si davano al saccheggio dei civili. Molti dominicani in quel periodo fuggirono a Porto Rico e Cuba (entrambi ancora sotto il dominio spagnolo), Venezuela e altri paesi. Nel 1843 l'opposizione interna in Haiti costrinse Boyer all'esilio.

L'Indipendenza e la "Primera República - Intanto iniziava un processo rivoluzionario contro la dominazione haitiana guidato dai liberali, tra cui Juan Pablo Duarte, Ramón Matías Mella e Francisco del Rosario Sanchez. che nel 1838 fondarono il movimento clandestino "La Trinitaria", in contrasto anche con altri gruppi che volevano l'annessione all'Inghilterra, alla Francia o alla Spagna.

Il 16 gennaio 1844 Tomás Bobadilla y Briones scrisse il "Manifestación de los pueblos de la parte Este de la isla", in cui si dichiaravano le ragioni della loro separazione da Haiti. Francisco del Rosario Sanchez prese il comando nella guerra per l'indipendenza Dominicana, in assenza di Juan Pablo Duarte. La sera del 27 febbraio 1844 piccoli gruppi di patrioti si riunirono alla Puerta del Conde Santo della città di Santo Domingo e proclamarono l'indipendenza. La nuova repubblica venne gestita da uns Giunta fino al 14 novembre 1844 quando Pedro Santana viene eletto primo presidente della Repubblica Dominicana.

I decenni che seguirono furono funestati da tirannia, faziosità, difficoltà economiche, rapidi cambiamenti di governo. Per diversi anni (1844, 1845-49, 1849-55 e 1855-56) gli haitiani tentarono di riconquistare la parte orientale dell'isola, ma furono sempre sconfitti dall'esercito dominicano. Intanto Santana e Buenaventura Báez Méndez si alternavano al potere, entrambi governando in modo arbitrario e progettando l'annessione il primo alla Spagna, il secondo agli Stati Uniti.

Annessione alla Spagna - Nel 1861, dopo aver imprigionato, esiliato e giustiziato molti dei suoi avversari politici, Pedro Santana firmò un patto con la Corona spagnola e la nazione Dominicana tornò ad essere colonia della Spagna. Gli oppositori nel 1863 scatenarono la "Guerra de la Restauración", sotto la guida di Santiago Rodriguez, Benito Moncion e Gregorio Luperon. Haiti, per timore del ritorno della Spagna, sostenne i rivoluzionari e anche gli Stati Uniti, ove era in corso la Guerra di Secessione, protestarono energicamente contro l'ingerenza spagnola, per cui nel 1865 la Spagna abbandonò l'isola.

Gli anni successivi videro una recrudescenza di conflitti politici, alternati a stato di guerra e rivolte militari, con il debito che cresceva sempre più. Baez portò avanti il suo piano di annessione agli Stati Uniti con l'appoggio del presidente americano Ulysses S. Grant, che pose una base navale a Samana anche per l'accoglienza degli schiavi afro-americani appena liberati. Ma nel 1870 l'accordo, che includeva il pagamento da parte statunitense di 1,5 milioni di dollari per l'ammortamento del debito Dominicano, non fu approvato dal Senato degli Stati Uniti.

Baez fu rovesciato nel 1874, tornò nuovamente al potere e fu definitivamente sconfitto nel 1878. Nel 1880 salì al potere il generale Ulises Heureaux, soprannominato "Lilís", che godette di un breve periodo di popolarità; ma sprofondò la nazione nel debito, utilizzando la maggior parte dei profitti per uso personale e per mantenere uno stato di polizia. Heureaux fu assassinato nel 1899.

Seguì un breve periodo di relativa calma, che permise un miglioramento dell'economia; venne modernizzata l'industria dello zucchero, e il paese attrasse lavoratori stranieri e immigrati, sia dal vecchio che dal nuovo mondo. Ma i governi restavano in carica dolo per breve periodo, e i "caudillos" (=signori della guerra) facevano il bello e il cattivo tempo. Il governo dominicano era in bancarotta, incapace di pagare i debiti lasciati da Heureaux, e sotto la minaccia di intervento militare da parte della Francia e delle altre potenze europee creditrici.

Secolo XX: La prima occupazione degli Stati Uniti - Il presidente Theodore Roosevelt cercò di impedire un intervento europeo, soprattuto per proteggere il futuro Canale di Panama in costruzione. Fece un piccolo intervento militare per scoraggiare le potenze europee, proclamò il famoso "Corollario Roosevelt" alla Dottrina Monroe, e nel 1905 ottenne il consenso del governo Dominicano ad amministrare la dogana per un periodo di 50 anni. Gli Stati Uniti decisero di utilizzare parte degli introiti doganali per ridurre l'immenso debito estero della Repubblica Dominicana, di cui si assunsero la responsabilità.

Intanto, dopo sei anni al potere, il presidente Ramón Cáceres (che aveva assassinato Heureaux) venne a sua volta assassinato nel 1911, e seguirono anni di instabilità politica e guerra civile. Con la mediazione degli Stati Uniti sotto le amministrazioni di William Howard Taft e Woodrow Wilson, si raggiunse una breve tregua. Dopo anni di turbolenza al vertice della Repubblica Dominicana, infine Wilson ordinò l'occupazione. I Marines degli Stati Uniti sbarcarono il 16 maggio 1916, e in due mesi presero il controllo del paese; venne imposto un governo militare guidato dal contrammiraglio Harry Shepard Knapp, che fu ampiamente ripudiato dai dominicani, visto che il governo doveva includere ufficiali della Marina statunitense; venne anche imposto un regime di censura.

Tuttavia il regime di occupazione mantenne la maggior parte delle leggi e istituzioni dominicane, riattivò l'economia, ridusse il debito, costruì una rete di strade di grande comunicazione che finalmente univa tutte le regioni del paese, e creò una Guardia nazionale.

Tuttavia l'opposizione contro l'occupazione continuava, e dopo la prima guerra mondiale crebbe il malcontento anche negli stessi Stati Uniti. Warren G. Harding (1921-1923), successore di Wilson, decise di porre fine all'occupazione. Venne eletto presidente Horacio Vasquez Lajara, che aveva collaborato con gli Stati Uniti, e che diede al paese sei anni di buon governo, rispetto dei diritti civili e politici e crescita economica.

L'era di Trujillo - Horacio Vásquez confidava ciecamente in Rafael Leónidas Trujillo, tenente colonnello e capo della polizia. Quando Vásquez cercò di essere rieletto nel febbraio del 1930, Trujillo usò l'esercito per costringere gli avversari a ritirarsi, e nel maggio fu eletto presidente quasi all'unanimità, imponendo al paese una dittatura di 31 anni.

La considerevole crescita economica fu in gran parte utilizzata per i fini personali del dittatore. Vanno tuttavia riconosciuti i progressi nel settore sanitario, l'istruzione e nei trasporti, il programma di edilizia abitativa e un primo piano pensionistico. Trujillo anticipò al 1941 la fine dell'amministrazione degli Stati Uniti - prevista fino al 1956 - e azzerò il debito pubblico nel 1947.

Questi successi tuttavia fuono accompagnati da repressione assoluta, uccisioni, torture e metodi terroristici contro l'opposizione. La megalomania di Trujillo arrivò alla ridenominazione della capitale in "Ciudad Trujillo" e della montagna più alta di Caraibi, Pico Duarte in "Pico Trujillo". Alla fine del suo primo mandato nel 1934 era l'uomo più ricco del paese, e nel 1950 uno dei più ricchi del mondo.

Nel 1937 Trujillo, in un evento noto come Masacre del Perejil (Massacro del Prezzemolo, i soldati facevano pronunciare la parola "perejil" a chiunque avesse la pelle scura, in quanto la "r" era difficile da pronunciare per gli haitiani), ordinò all'esercito di uccidere tutti gli haitiani nella zona di frontiera; in sei giorni vennero uccisi da 17mila a 35mila haitiani, e per non lasciare prove del coinvolgimento dell'esercito, i soldati utilizzarono machete anziché proiettili.

Il 25 novembre 1960 Trujillo uccise tre delle quattro sorelle Mirabal, soprannominate Las Mariposas. Una delle sorelle, Minerva, aveva aderito al Movimento 14 Giugno, gruppo politico clandestino contro la dittatura. Le sorelle vennero assassinate il 25 novembre del 1960. Nel 1999 l'ONU ha proclamato in loro onore la Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne.

Per lungo tempo gli USA, come pure la Chiesa cattolica e l'elite Dominicana, avevano sostenuto il governo Trujillo, supporto che alla fine venne meno quando nel 1960 gli agenti di Trujillo cercarono di assassinare il presidente venezuelano Romulo Betancourt. Nell'agosto 1960, l'Organizzazione degli Stati Americani (OAS) impose sanzioni diplomatiche contro la Repubblica Dominicana. Finalmente il dittatore venne ucciso il 30 maggio 1961 in un'imboscata, e nel novembre anche la famiglia Trujillo fu costretta all'esilio.

Nel gennaio del 1962, venne formato un Consiglio di Stato sotto la presidenza di Rafael E. Bonnelly con poteri legislativo ed esecutivo, e il 4 gennaio L'OAS revocò le sanzioni. Nel 1963 Juan Bosch fu eletto presidente, ma venne rovesciato da un colpo di stato militare nel settembre dello stesso anno. Un altro colpo di stato militare seguì il 24 aprile 1965 e il 28 aprile le forze militari statunitensi sbarcarono per evacuare i cittadini statunitensi e altri cittadini stranieri. Nel giugno 1966 venne eletto Balaguer, leader del Partito Riformista, e poi rieletto nel maggio 1970 e maggio 1974. Nelle elezioni del 1978 Balaguer fu sconfitto da Antonio Guzman del Partito Rivoluzionario Dominicano (PRD); si trattò del primo trasferimento pacifico di potere da un presidente eletto liberamente ad un altro.

Il candidato del PRD, Salvador Jorge Blanco, vinse le elezioni del 1982, e per sanare l'economia iniziò un programma di austerità in collaborazione con il Fondo monetario internazionale (FMI). Ma nell'aprile del 1984, l'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari di base ha portato a disordini, e Balaguer ritornò alla presidenza nel 1986 e nel 1990, cercando di riattivare l'economia attraverso un programma di opere pubbliche. Ma nel 1988 il paese era scivolato in una depressione economica, elevata inflazione e svalutazione monetaria che, insieme a problemi nella fornitura di servizi basilari come elettricità, acqua e trasporti, scatenò il malcontento popolare nel giugno 1989 paralizzando il paese in uno sciopero nazionale.

Nel 1990 Balaguer avviò una seconda serie di riforme economiche, concluse un accordo con l'FMI, raggiunse il pareggio di bilancio, e riuscì a limitare l'inflazione; fino al 2000 la Repubblica Dominicana godette di un periodo di crescita economica con inflazione moderata, e PIL in costante aumento.

Dal 1990 il processo elettorale è stato considerato dagli ossrvatori internazionali come democratico e regolari. Nel giugno 1996, Leonel Fernandez Reyna del Partito di Liberazione Dominicana (PLD) venne eletto presidente con un programma di riforme economiche e giudiziarie. Nel 2000 Hipolito Mejia, candidato del PRD, divenne presidente in elezioni libere e regolari, e supportò il libero commercio e l'integrazione economica nel Centro America e nei Caraibi. Nell'agosto 2004 la Repubblica Dominicana firmò un accordo di libero scambio (CAFTA-DR) con gli Stati Uniti e cinque paesi dell'America centrale. Durante l'amministrazione Mejia, il governo promosse la lotta al riciclaggio di denaro e inviò anche truppe in Iraq per l'Operazione Iraqi Freedom.

Nel 2004 venne eletto Leonel Fernandez, che promise nel suo discorso inaugurale di promuovere l'austerità fiscale, combattere la corruzione e sostenere le politiche sociali, e difendere la pace e la sicurezza internazionali in accordo con le Nazioni Unite e l'OEA. Nel 2008 Fernandez fu rieletto con il 53,8% dei voti, continuando una politica di stretto contatto con gli Stati Uniti. Nel 2012 le elezioni di maggio sono state vinte da Danilo Medina del Partido de la Liberación Dominicana (PLD).