Brasile
In breve
Divisione amministrativa
Link Utili
Come arrivare
Strade: si può raggiungere il Brasile da Argentina, Bolivia, Paraguay e Uruguay.
Ferrovia: da Argentina e Uruguay.
Vie Fluviali: lungo il Rio Paraguay tra Asunción in Paraguay e Corumba. Lungo il Rio delle Amazzoni con il Perù.
Popolazione
Le città maggiori sono Brasília, (capitale, circa 2.1 milioni di abitanti nel 2005), São Paulo con 10 milioni di abitanti, Rio de Janeiro con 6 milioni, e poi Salvador (2.6 milioni), Belo Horizonte (2.3 milioni), Fortaleza (2.3 milioni), Curitiba (1.7 milioni), Manaus (1.6 milioni), Recife (1.5 milioni), Belém (1.4 milioni), Porto Alegre (1.4 milioni), Goiânia (1.1 milioni), Guarulhos (1.2 milioni), Campinas (1 milione), Nova Iguaçu (1 milione).
Il Territorio
Il Clima
La Storia
Nel 1807 la corte imperiale portoghese si trasferì in Brasile dopo l'invasione del Portogallo dagli eserciti di Napoleone e il Brasile divenne un regno all'interno dell'impero portoghese. A seguito della ritirata di Napoleone, il principe Pedro, figlio di João VI, divenne reggente del Brasile.
Nel 1822 il Brasile ottenne l'indipendenza dal Portogallo e l'imperatore Pedro divenne il primo monarca del Brasile. Il periodo successivo all'indipendenza fu caratterizzato da minore guerre civili, ribellioni di schiavi e tentativi di secessione, e molti nel sud del Paese propendevano per una forma di governo repubblicana. Infine nel 1931, dopo un periodo di disordini politici 1831, Pedro I abdicò e gli succedette, sotto forma di reggenza, il figlio di cinque anni, Pedro II. Nel 1840 l'imperatore Pedro II, all'età di 14 anni, prese i pieni poteri. Anche se il suo regno fu caratterizzato da stabilità e da maggiore liberalismo politico, ma la ricchezza era ancora concentrata nelle mani di una piccola élite feudale, mentre il resto della popolazione viveva nell'analfabetismo ed estrema povertà. Nel 1850 Pedro II abolì il commercio degli schiavi e nel 1888 abolì la schiavitù, il che determinò una rivolta di parte dei proprietari terrieri.
Nel 1889 la monarchia fu rovesciato da una rivoluzione guidata da Manuel Deodoro da Fonseca, il re venne mandato in esilio e venne istituita una repubblica federale, governata nell'interesse dei proprietari delle piantagioni di caffè. Nel 1929 l'instabilità determinata dal crollo di Wall Street scatenò un colpo di stato militare che nel 1930 portò alla presidenza di Gertulio Vargas, il quale nel 1937 assunse poteri dittatoriali e avviò una rivoluzione nel welfare.
Durante la seconda guerra mondiale il Brasile rimase neutrale, accogliendo tuttavia un gran numero di nazisti in esilio dopo la sconfitta della Germania. Nel 1945 Vargas fu rovesciato da un golpe militare, si tennero le elezioni sotto un governo di transizione e venne promulgata una nuova costituzione. Nel 1951 Vargas venne eletto presidente, ma nel 1954 Vargas si suicidò allorché i militari lo misero di fronte alla scelta di dimettersi o di essere rovesciato. Si tennero nuove elezioni e nel 1956 il democratico Juscelino Kubitschek salì al potere e diede inizio alla costruzione della città di Brasilia che divenne ufficialmente la nuova capitale nel 1960.
Nel 1964 João Goulart venne eletto presidente, ma dopo mesi di iperinflazione che portò praticamente alla bancarotta il Paese, fu rovesciato dai militari e divenne presidente il generale Humberto Castello Branco, che diede inizio a un periodo di repressione politica e crescita economica fondata sulle industrie di proprietà statale.
Nel 1974 divenne presidente il generale Ernesto Geisel, il quale introdusse riforme che reintrodussero una limitata attività politica. Nel 1982 il Brasile sospese il rimborso del debito estero, che era tra i più grandi del mondo. Nel 1985 venne eletto presidente Tancredo Neves, il quale morì prima del suo insediamento e venne sostituito dal vice-presidente, José Sarney, che salì al governo di un paese dilaniato dal un'inflazione selvaggia. Nel 1986 Sarney introdusse il Piano Cruzado, congelando prezzi e salari, nel tentativo di controllare l'inflazione, ma la crescente opposizione dell'opinione pubblica portò all'abbandono dei controlli e al permanere dell'iperinflazione.
Nel 1988 venne promulgata una nuova costituzione, la quale riduceva i poteri presidenziali, e nel 1989 venne eletto presidente Fernando Collor de Mello, che introdusse una radicale riforma economica, fatta di liberalizzazione degli scambi, privatizzazione e congelamento del risparmio e dei conti bancari. Ma l'inflazione rimase alta e nel 1992 (l'anno dell'Earth Summit a Rio) Collor si dimise dopo essere stato accusato di corruzione, accusa da cui fu dimostrato estraneo, e venne sostituito dal vice presidente Itamar Franco.
Nel 2000 le celebrazioni per i 500 anni del Brasile vennero sconvolte da proteste dei popoli indios sul tema della riforma agraria e contro l'eredità del colonialismo europeo, che includeva il genocidio e la distruzione delle loro culture. Nel 2002 venne eletto presidente Luiz Inácio da Silva (noto come Lula), leader del Partido dos Trabalhadores (PT) (Partito Operaio), il quale formò un governo di larga coalizione, guidato dal PT. Nel 2006 Lula da Silva ha vinto nuovamente le elezioni ottenendo un secondo mandato con oltre il 60 per cento dei voti.
Siti UNESCO Patrimonio dell'Umanità
- dall'agosto 2020, São Francisco Square nella città di São Cristovão (Brazil), spazio aperto a forma di quadrilatero circondato da antichi edifici come la Chiesa e convento di São Francisco, esempio della tipica architettura francescana che si sviluppò nel nord-est del Brasile, la Chiesa e la Santa Casa della Misericordia, il Palazzo Provinciale e altri edifici di diversi periodi storici; il complesso, insieme ai quartieri circostanti del XVIII e XIX secolo, riflette la storia della città dalle sue origini.
- Città storica di Ouro Preto.
- Città storico di Olinda
- Missioni Gesuite del Guaranì: San Ignacio Miní, Santa Ana, Nuestra Señora de Loreto e Santa María la Mayor (Argentina), rovine di Sao Miguel das Missoes (Brasile)
- Centro storico di San Salvador de Bahía
- Santuario di Bom Jesus de Matosinhos, in Congonhas do Campo
- Parco Nazionale dell'Iguaçu
- Brasília
- Parco Nazionale della Serra da Capivara
- Centro storico di São Luís do Maranhão
- Centro storico di Diamantina
- Foresta Atlantica - Riserva del Sudeste
- Foresta Atlantica - Riserva della Costa do Descobrimento
- Parco Nazionale di Jaú
- Complesso delle Aree Protette del Pantanal
- Centro storico di Goiás
- Aree Protette del Cerrado: Chapada dos Veadeiros e Parco Nazionale das Emas
- Isole Brasiliane dell'Atlantico: Reserve di Fernando de Noronha e Atollo das Rocas
L'Economia
Pesca: nonostante uno sviluppo costiero di 8.500 km, il 12 per cento delle riserve mondiali di acqua dolce e due milioni di ettari di terre lacustri, il paese ancora non esprime le sue grandi potenzialità per la pesca marina e d'acqua dolce. Legname: le vaste zone boschive, 543,9 milioni di ettari solo di foresta amazzonica, fanno del Brasile un grande esportatore di legname. Tuttavia vaste aree di terreno boschivo sono protette o lo diventeranno grazie al forte movimento ambientalista autoctono, che tenta di porre freno al disboscamento illegale anche grazie a fondi internazionali del Global Environment Facility (GEF), World Wildlife Fund (WWF) e il sostegno della banca tedesca KfW.
Risorse minerarie: Il potenziale minerario del Brasile non è stato ancora pienamente sviluppato. Attualmente è al dodicesimo posto al mondo per estrazione d'oro (il secondo in America Latina). Il cuore del settore minerario è lo stato di Minas Gerais, dal nome del gran numero di miniere di oro e di pietre preziose scoperte in epoca coloniale, e anche il principale produttore brasiliano di mica, berillo, talco, marmo, dolomite, grafite, zirconio, bauxite e nichel. Ci sono anche grandi riserve di minerali sparsi in tutto il paese con concentrazioni nello stato del Rio Grande do Sul (rame, piombo, zinco e wolframio), Bahia (piombo, barite, cristallo di quarzo e magnesite), Amapá (manganese) e São Paulo (piombo, tungsteno e zinco).
Il Brasile è tra i leader mondiali nella produzione di niobio/colombium e primo produttore di tantalite (28% del totale mondiale); al secondo posto al mondo per minerale di ferro, al terzo per la bauxite e al quarto per lo stagno. Il deposito di minerali Carajas contiene la maggior parte di queste riserve.
Al terzo posto in America Latina per il petrolio, in particolare nel bacino marino di Campos, tuttavia non riesce a soddisfare la domanda interna e il Brasile importa petrolio dal Venezuela e dall'Argentina. Le riserve di gas naturale soddisfano circa il 95% del consumo annuo. Il Brasile ha anche le maggiori riserve di carbone in America Latina, insufficienti anch'esse tuttavia a soddisfare la domanda interna.
Energia Circa il 90 per cento dell'energia elettrica è di origine idroelettrica. Brasile e Paraguay gestiscono congiuntamente il più grande complesso idroelettrico al mondo, Itaipu sul fiume Paraná, che ha una capacità di 12.6GW. La rapida crescita della domanda a partire dal 1990 non è stata soddisfatta da analoghi aumenti di capacità di generazione e il paese dipende dall'importazione. Gli impianti termici convenzionali generano appena il 7,4 per cento del totale e sono in funzione due centrali nucleari.
Dalla metà degli anni 1990, il Brasile è passato da una politica di protezionismo al libero mercato tramite un programma noto come 'Plano Real', varato per affrontare ad una serie di problemi strutturali dell'economia, vale a dire l'iperinflazione, l'elevato debito estero, la bassa crescita. In conseguenza della crisi finanziaria asiatica del 1997-1998, il governo ha cercato di stabilizzare l'economia sotto l'egida del FMI e ridurre il debito con tagli alla spesa e una riduzione della spesa sociale, congelamento dei salari nel settore pubblico e drastica riduzione degli investimenti infrastrutturali.
Nel dicembre 2005, il Presidente da Silva ha annunciato il rimborso anticipato di 15.5 miliardi di USD del prestito avuto dal FMI. Il Brasile è stato giudicato il più favorevole tra i mercati emergenti per gli investitori esteri, e negli ultimi anni il disavanzo sta rapidamente rientrando, sull'onda di un boom delle esportazioni dovuto alla crescita globale alla cui guida si è posta la Cina.