Swaziland
Divisione amministrativa
In breve
Link Utili
La Popolazione
Il Territorio
- l'Highveld (Alto Veld), con un'altitudine media di 1.300 metri, che occupa le pendici dei Monti Drakensberg;
- il Middleveld (Medio Veld), regione di colline e fertili vallate, con altitudine media di 700 metri di altezza, che occupa il 26% del territorio;
- il Lowveld (Basso Veld), zona malsana e asciutto con altitudine media 200 metri;
- le montagne Lebombo, zona orientale relativamente isolata, con altezza media di 600 metri.
Il Clima
Città e Luoghi d'Interesse
- la capitale Mbabane, con 70.000 abitanti, è la città maggiore. Altre grandi città sono: Lobamba (capitale amministrativa), Manzini, Siteki, Nhlangano e Piggs Peak.
- Le Miniere Ngwenya - situate lungo il confine nord-occidentale, costituiscono una delle più antiche miniere al mondo, utilizzata già 42.000 anni fa per l'estrazione di ematite rossa e specularite dai popoli del Paleolitico Medio (da 100mila fino a quasi 20mila anni fa). L'ocra rossa venne utilizzata anche dalle popolazioni successive, antenati degli attuali San (Boscimani) per le loro pitture rupestri. I bantu che arrivarono a partire dal 400 d.C. dal nord del fiume Limpopo sapevano fondere il minerale ferroso, e commerciavano il ferro in tutta la regione. Il sito è importante non solo per il popolo dello Swaziland, ma anche per la storia dello sviluppo industriale nell'Africa australe, poiché l'estrazione di minerale ferroso ha portato al passaggio dagli utensili di pietra a quelli di ferro.
Al presente c'è una miniera a cielo aperto, in cui si estrae il minerale di ferro dal 1964, che ha agito da catalizzatore per lo sviluppo industriale ed economico dello Swaziland, portando alla costruzione di una linea ferroviaria e di una rete elettrica. Sullo stesso sito c'è una piscina sacra ampiamente utilizzata dai residenti, i quali credono che le sue acque possano guarire svariate malattie e combattere le disgrazie.
- Tre riserve gestite dalla Fondazione Big Game Parks (BGP) dal 1969 allo scopo di conservare il patrimonio naturale dello Swaziland: lo Hlane Royal National Park, il Mlilwane Wildlife Sanctuary e la Mkhaya Game Reserve. Situati a meno di 90 minuti in auto l'uno dall'altro, permettono di vedere tre ambienti distinti, con una vasta gamma di flora e fauna, tra cui i Big Five.
La Storia
I Swazi si separarono dagli Nguni nella parte meridionale dell'attuale provincia sudafricana di KwaZulu-Natal, ma le guerre con gli Zulu guidati dal re Shaka li costrinsero a fuggire a nord-est. Sobhuza I, capo del clan Dlamini, riunì i resti delle tribù sconfitte, che si stabilirono nella zona centrale dell'attuale Swaziland accogliendo anche Zulu disertori e i Boscimani che restavano nella regione. Qui i Swazi proseguirono il processo di espansione includendo piccole tribù di lingua Sotho e Nguni. Sobhuza I morì poco dopo la sconfitta Zulu da parte dei boeri (1839), lasciando al figlio Mswati II il compito di tenere insieme il suo popolo contro la minaccia degli Afrikaner (=coloni bianchi dell'attuale Sudafrica).
Nel corso di quasi trenta anni di resistenza, Mswati II istituì un esercito permanente e stabilì buone relazioni con i coloni bianchi. In un primo momento il paese fu sotto il protettorato del Transvaal, poi, dopo la guerra Boera del 1906, passò sotto il protettorato dell'Alto Commissariato del Sud Africa. Dal 1961, l'incarico di Alto Commissario è stato esercitato dall'ambasciatore britannico della Repubblica del Sud Africa.
Esistevano due Consigli: uno che rappresenta gli interessi degli europei, e il Consiglio nazionale Swazi, che difendeva la popolazione nativa. Nel 1963 venne istituito un unico consiglio elettivo legislativo che ottenne l'autonomia nel 1967. Il partito monarchico, Movimento Nazionale Imbokodvo, ottenne tutti i seggi e il suo leader, Makhosini, divenne primo ministro. Il 6 settembre 1968 il re Sobhuza II proclamò l'indipendenza dello Swaziland. Nelle elezioni del 1972, il Movimento Nazionale Imbokodvo ottenne la maggioranza quasi assoluta contro il principale partito di opposizione, il Congresso di Liberazione Nazionale Ngwane.
Nell'aprile 1973 Sobhuza II abolì la costituzione, proibì i partiti politici, sciolse il parlamento e lo sostituì nel 1978 con una serie di assemblee tribali (Tinkhundla), un nuovo parlamento (il Libandla), e un Consiglio Supremo (Liqoqo). Nel febbraio del 1982 firmò un trattato di non aggressione con il Sudafrica, impegnandosi ad imprigionare i membri dell'African National Congress (il partito di Nelson Mandela).
Sobhuza II morì nell'agosto dello stesso anno, lasciando a capo del paese il principe Makhosetive e la sua matrigna, la Regina reggente Dzeliwe. Bhekimpi Dlamini, del partito tradizionalista, fu nominato primo ministro e sostituì la Reggente con Ntombi, vedova di Sobhuza e madre del principe ereditario. Makhosetive fu incoronato re il 26 aprile 1986 come Mswati III, rimosse il Liqoqo e il primo ministro Bhekimpi Dlamini, sciolse il parlamento indicendo nuove elezioni, a cui poté presentarsi solo il partito del Movimento Nazionale Imbokodvo.
Dopo i cambiamenti politici in Sud Africa, le spinte di libertà democratica acquisirono nuova forza; nel 1992 venne legalizzato il Movimento Popolare Democratico Unito, e nel 1993 si tennero nuove elezioni. Nel 2003 i partiti politici furono nuovamente dichiarati fuorilegge, e potevano essere eletti solo i cittadini non legati ad alcun partito. In seguito a pressioni internazionali, nel 2001 venne creata una commissione per fornire al paese una costituzione, dato che quella del 1968 era stata abolita nel 1973; nel febbraio 2006 è entrata in vigore la nuova costituzione, aspramente criticata tuttavia da gruppi interni allo Swaziland e dalle organizzazioni per i i diritti umani all'estero.
L'Economia
Nel settore industriale, ci sono zuccherifici e fabbriche di legname. Nel settore minerario si stima che vi siano riserve di carbone per 250 milioni di tonnellate; i diamanti ricavati dai giacimenti del nordest vengono esportati dal 1984. Economicamente il Paese dipende del Sud Africa, con l'85% delle esportazioni e il 35% delle importazioni, e la fornitura del 66% dell'energia elettrica, oltre a valuta estera derivata dal turismo, da accordi doganali, e dalle rimesse dei migranti stagionali.