Libia
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La Popolazione
La lingua ufficiale è l'arabo, ma si parla anche il berbero e l'italiano è ampiamente compreso in tutto il territorio.
Il Territorio
I fiumi sono a regime torrentizio, e per una parte dell'anno sono "wadi" (letti fluviali asciutti) che si riempiono d'acqua durante la stagione delle piogge. In alcune zone del Fezzan possono passare anni senza pioggia. La scoperta di acqua in enormi falde sotterranee nel sud-est, al confine con il Ciad, ha portato alla costruzione di un acquedotto chiamato "The Great Man-Made River", che porta acqua verso la costa per sostenere l'agricoltura e l'industria; gli ambientalisti temono tuttavia che lo sfruttamento delle falde acquifere che alimentano le oasi esaurirà l'enorme lago sotterraneo in cinquant'anni.
La vegetazione dominante è la palma, che prospera sia vicino al mare che nelle oasi e riesce a sopravvivere al calore intenso e al gelo. La fauna comprende gazzelle, gatti selvatici, lucertole, serpenti e scorpioni, il fennec (una piccola volpe del deserto), e soprattutto il cammello, ben adattato alla vita nel deserto e addomesticato dall'uomo da millenni.
Il Clima
Città e Luoghi d'Interesse
- Tripoli (in arabo Ṭarābulus o Ṭarābulus al-Gharb), chiamata in antichità Oea, è la capitale e con quasi 1.7 milioni di abitanti, maggiore città Libica, sede del governo centrale. Etimologicamente, il nome deriva dal greco τρεις πόλεις (=tre città). Venne fondata nel VII secolo a.C. dai Fenici, che la chiamarono Oas, e nei secoli dell'Impero divenne la più importante città romana in Africa. La città è il principale porto, centro commerciale e industriale del Paese, ed è tra le più moderne e ricche città del continente. Dal punto di vista culturale, vanta la prestigiosa Università di Al-Fateh, e, grazie, alla sua lunga storia, molti importanti siti archeologici.
- Bengasi - Binġāzī in arabo - seconda città della Libia, situata a nord-est lungo il Mediterraneo, sulla costa occidentale del Golfo della Sirte, sorge sul sito dell'antica polis greca di Berenice. La città controlla un notevole traffico di carovana con l'interno del Paese, ed è centro per lo smistamento di cereali, datteri, olive, lana. Altre attività economiche sono la pesca del tonno e la raccolta di spugne. Vi ha sede l'Università di Garyounis.
- Il deserto del Sahara, che occupa oltre il 90% del territorio libico, è un importante attrattiva soprattutto per i turisti amanti dell'avventura, della bellezza naturale del deserto, l'isolamento e la semplicità della vita nelle oasi, che sono le destinazioni più ricercate. Le oasi maggiori sono Ghadames, Ghat, Wadi Elhayat, Wadi Eshati e Jufra Kufra. Le montagne del deserto nel sud della Libia sono caratterizzate da grotte naturali, rocce multicolori e bellissimi panorami, come l'area del Monte Akakus, vicino al confine algerino.
Siti UNESCO Patrimonio dell'Umanità
- Il sito archeologico di Cirene, nel distretto di District of Ghebel Akhdar, colonia greca poi trasformata dai Romani in capitale, venne poi distrutta da un terremoto nel 365 d.C.
- La città romana di Leptis Magna, nel distretto di Khoms; luogo natale dell'imperatore Settimio Severo, comprende monumenti pubblici, un porticciolo, un mercato, magazzini, negozi e case, ed è tra le più complete e meglio conservate del Mediterraneo. Fondata dai Fenici nel X secolo a.C. divenne una città punica e parte della Provincia romana d'Africa intorno al 23 a.C. Saccheggiata da una tribù berbera nel 523 d.C., fu abbandonata e reclamata dal deserto. Gli scavi per riportarla alla luce iniziarono nel 1920, e molti monumenti sono ancora intatti, tra cui il teatro, le Terme di Adriano con una piscina frigidarium di 30 metri per 15, e, a quasi 1 km di distanza dal centro cittadino, il circo di 450 x 100 m, tra i più grandi di tutto il mondo romano.
- Sabratha, 65 km a ovest di Tripoli nel distretto di Zawia, centro commerciale fondato dai Fenici come sbocco per i prodotti dell'entroterra africano, fu per breve tempo inclusa nel Regno di Numidia, poi conquistata dai romani e ricostruita nel II e III secolo d.C. Gravemente danneggiata da terremoti durante il IV secolo, venne nuovamente ricostruita dai governatori bizantini. Il sito preserva un teatro del III secolo, templi dedicati a Liber Pater, Serapide e Iside, una basilica cristiana dell'epoca di Giustiniano e resti di pavimenti a mosaico come quelli di Villa Sileen.
- L'antico insediamento di Ghadames la "perla del deserto", una dei centri pre-sahariani più antichi, rappresenta un'architettura tradizionale domestica autoctona con divisione planimetria delle funzioni: al piano terra il deposito delle provviste, al piano primo gli alloggi per la famiglia, e infine le terrazze a cielo aperto riservate alle donne, e collegate a una rete di passaggi coperti che permettevano di circolare per tutta la città.
- I siti d'arte rupestre del massiccio montuoso Tadrart Acacus, nella regione del Fezzan lungo il confine algerino, con migliaia di pitture in stili molto differenti, le più antiche delle quali risalgono al 12.000 a.C. e le più recenti al I secolo d.C., che testimoniano cambiamenti significativi della fauna e flora in un arco di oltre 120 secoli e i diversi modi di vita dei popoli che si insediarono in questa regione sahariana.
La Storia
Intorno al 1000 a.C. i Fenici fondarono, ad ovest della attuale Tripoli, il porto di Cartagine che divenne una potenza indipendente e nel VI secolo a.C. controllava gran parte della costa nordafricana. Anche i Greci fondarono una città in Libia, l'antica Cirene, nei pressi dell'attuale Darnah. Nel III secolo a.C. i Romani sconfissero Cartagine e nel corso del II secolo sottomisero anche la Grecia; verso la metà del I secolo a.C. gran parte del Nord Africa era stata conquistata. I berberi pagavano le tasse a Roma ma rimasero indipendenti, facendosi chiamare Imazigham (=uomini liberi).
Con il crollo dell'Impero romano d'Occidente, le tribù barbariche provenienti dall'Europa del Nord attaccarono anche l'Africa mediterranea. Nel VII secolo d.C. gli eserciti arabi invasero l'odierna Libia, introducendo la lingua araba e la religione dell'Islam.
Nel XV secolo i turchi ottomani occuparono il Nord Africa, e la Libia rimase sotto l'impero ottomano, anche se con larga autonomia, fino all'invasione italiana del 1911. L'Italia fece della Libia una propria colonia, governando con la forza, uccidendo e imprigionando migliaia di libici. Le forze nazionaliste opposero una lunga resistenza sotto la guida di Omar Mukhtar, che venne ucciso dagli italiani nel 1931. Nel 1934 l'Italia adottò il termine "Libia" (usato in antichità dai Greci per tutto il Nord Africa ad eccezione dell'Egitto) come nome ufficiale della colonia, che comprendeva le tre Province di Cirenaica, Tripolitania e Fezzan. Re Idris I, emiro della Cirenaica, guidò la resistenza libica contro l'occupazione italiana nel periodo tra le due guerre.
Durante la II guerra mondiale la Libia fu teatro di feroci battaglie, e nel 1943 gli eserciti italiano e tedesco vennero sconfitti; Tripolitania e Cirenaica passarono sotto amministrazione britannica, mentre il Fezzan era controllato dai francesi. Nel 1944 Re Idris tornò dall'esilio al Cairo, ma non volle rientrare in Cirenaica fino al 1947, allorché in un Trattato di Pace con gli Alleati l'Italia rinunciò a tutte le proprie pretese sui territori libici.
Il 21 novembre 1949 l'Assemblea generale dell'ONU, con Re Idris I a rappresentare la Libia nei negoziati, approvò una risoluzione che prevedeva l'indipendenza del Paese nordafricano entro il 1° gennaio 1952. La Libia dichiarò la propria indipendenza il 24 dicembre 1951 come monarchia costituzionale ereditaria, primo Paese a ottenere l'indipendenza attraverso le Nazioni Unite.
La scoperta di consistenti giacimenti petroliferi nel 1959 e le entrate che ne derivarono permisero a uno dei Paesi più poveri del mondo di diventare ricchissimo, in termini di PIL pro capite, ma la maggior parte della ricchezza andava a una ristretta elite o a investitori stranieri, il che generò un crescente malcontento popolare, alimentato anche dal nasserismo e dall'idea dell'unità araba. Il 1° settembre 1969 un gruppo di ufficiali dell'esercito rovesciò Re Idris, che fu poi esiliato in Egitto, in un colpo di stato incruento, guidato dall'allora 28enne Mu'ammar Abu Min'jar al-Gheddafi. Il nuovo regime, guidato dal Consiglio del Comando Rivoluzionario (CCR), abolì la monarchia e proclamò la Repubblica Araba di Libia. Gheddafi si affermò come leader del RCC e infine come capo di stato de facto, anche se tuttora non detiene alcuna posizione ufficiale, tranne onorificenze come il titolo di "Fratello Leader e Guida della Rivoluzione".
Il motto del CCR divenne "libertà, socialismo e unità" e l'impegno dichiarato era di combattere l'arretratezza, assumere un ruolo attivo per la causa palestinese, promuovere l'unità araba e favorire politiche interne fondata sulla giustizia sociale e un'equa distribuzione della ricchezza. Tra i suoi primi obiettivi, il nuovo Governo impose a inglesi e americani di lasciare le basi militari che avevano occupato dopo la II guerra mondiale ed espulse molte migliaia di discendenti dei coloni italiani. Nel 1971 tutte le biblioteche e centri culturali gestiti da governi stranieri vennero chiusi. Nel 1977 Muammar Gheddafi, considerato il fondatore del moderno stato della Libia, ribattezzò il Paese "Gran Jamahiriya Araba Libica Popolare", coniando il termine "Jamahiriya" (=repubblica delle masse).
Nei decenni successivi la politica estera aggressiva del governo libico, il sostegno al terrorismo e la crescente amicizia con l'URSS portò a un aumento delle tensioni con l'Occidente. A seguito di un attentato terroristico in una discoteca di Berlino Ovest, frequentata da militari americani, nel 1986 gli Stati Uniti bombardarono obiettivi militari a Tripoli e Bengasi - nel corso dei quali ci furono anche vittime civili tra cui la figlia adottiva di Al-Gaddafi, Jana - e imposero ampie sanzioni economiche unilaterali. Nel 1988 la Libia fu coinvolta nell'attacco al volo Pan Am 103 che fu distrutto da una bomba precipitando sulla cittadina scozzese di Lockerbie, il che portò nel 1992 all'attivazione di sanzioni delle Nazioni Unite. Per ottenere la revoca delle sanzioni, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU impose alla Libia di soddisfare i requisiti relativi alle indagini sul Volo Pan Am 103. Nel 1999 infine la Libia soddisfece uno dei requisiti, consegnando due libici sospettati di aver organizzato l'attentato perché fossero processati dinanzi a un tribunale scozzese nei Paesi Bassi; uno dei sospetti venne assolto, l'altro, Abdel Basset al-Megrahi, fu giudicato colpevole e condannato, poi rilasciato dal carcere scozzese in cui scontava la sua pena nell'agosto 2009 per motivi umanitari a causa di una malattia terminale, e rinviato in Libia.
Nell'agosto 2003 la Libia si adeguò ai requisiti restanti, tra cui il riconoscimento della responsabilità per le azioni dei suoi funzionari e il pagamento di adeguati indennizzi alle famiglie delle vittime, e il 12 settembre 2003 le sanzioni delle Nazioni Unite vennero revocate; l'anno successivo anche gli Stati Uniti revocavano le proprie sanzioni.
Il 19 dicembre 2003 il governo libico annunciò ufficialmente l'intenzione di liberarsi delle armi di distruzione massa e dei missili balistici, iniziando a collaborare con Stati Uniti, Regno Unito, International Atomic Energy Agency, e l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, firmando il Protocollo AIEA.
L'Economia
Gli eccessi di controllo statale su prezzi, credito, commercio e cambi limitano la crescita dell'economia e la partecipazione del settore privato, le restrizioni sulle importazioni e le inefficienze governative hanno a lungo determinato scarsità periodica di beni di prima necessità e prodotti alimentari, come d'altra parte era avvenuto nei regimi comunisti dell'Est europeo. Dopo la revoca delle sanzioni statunitensi nel 2004 molte imprese americane sono alla ricerca di opportunità di investimento in Libia, soprattutto nei settori del petrolio e del gas. Il governo sta anche portando avanti una serie di progetti infrastrutturali su larga scala quali autostrade, ferrovie, aeroporti e porti marittimi, telecomunicazioni, alloggi pubblici, ospedali, centri commerciali e alberghi.
La Libia ha ancora molta strada da percorrere nella liberalizzazione dell'economia, ma i primi passi sono stati fatti, come la richiesta d'ingresso nel WTO, l'annuncio di piani per la privatizzazione, la diversificazione dell'economia con la lavorazione di prodotti agricoli, la produzione di prodotti petrolchimici, ferro, acciaio e alluminio. Le condizioni climatiche limitano fortemente la produzione agricola del Paese, che deve importare il 75% dei prodotti alimentari. Fonte primaria di acqua è il Great Manmade River Project, ma la ricerca si sta orientando anche verso progetti di desalinizzazione.
Il turismo - nel 2007 meno dell'1% del PIL - sta muovendo i primi passi, ma è in costante aumento, soprattutto verso i siti delle antiche rovine greche e romane e il deserto del Sahara.